lunedì 15 settembre 2008

TO BE OR NOT TO BE? THIS IS THE QUESTION...

Essere o non essere? Storico dilemma.. bisogna vivere sopportando soprusi, a volte angherie, il più delle volte scortesie, senza reagire.. per quieto vivere (per me: il "non essere") oppure diventare antipatici (agli scortesi, ai soprafattori) e ribellarsi, e non accettare soprusi di nessun genere, nè fisici nè psicologici (per me: l'"essere"). Insomma fare gli eterni diplomatici, sorriso stampato, niente reazioni, ed ingoiare momento dopo momento l'amarezza di battute pungenti, atteggiamenti ostili, e quant'altro, per amor di quieto vivere, per apparire sempre controllati, "comme il faut" oppure dar briglia sciolta a reazioni legittime di insofferenza alle altrui scorrettezze?
Devo dire che vivo in un continuo "non essere", perchè se mi convertissi all'"essere" avrei timore (e ribrezzo) di diventare, agli occhi altrui - e anche miei - come loro (quelli che aborro) appaiono a me...
Ho idea che sia un cane che si mangia la coda... Non per questo mi ritengo una perdente, ma penso di avere più forza di coloro i quali usano la cattiveria, la maldicenza e gli atteggiamenti ostili, per intimorire gli altri e prevaricarli: vuol dire che non hanno in loro la forza necessaria di vincere senza usare questi miseri mezzucci.
Alissi

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